Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Sabato scorso abbiamo vissuto una giornata importante a Via Caetani per ricordare l’assassinio di Aldo Moro. Fu la tragedia non solo della famiglia Moro e della scorta, ma di tutto il Paese. Si ricorda non per adempiere ad un rituale, ma per un’intima ed umana esigenza.
La memoria serve a rafforzare un sentimento di solidarietà e a guidare il nostro cammino verso sbocchi di civile convivenza, di sviluppo, di giustizia. Non c’è sviluppo se tutto è lasciato ad un tecnicismo arido delle gestione dove si restringe l’area della partecipazione. Le grandi pagine di storia l’hanno scritte i popoli. Il terrorismo è stato sconfitto da una grande mobilitazione e da una diffusa presa di coscienza. Bene ieri a Via Caetani. Toccante il coro di Ostia e la preghiera di Mons. Leuzzi.
Le istituzioni hanno inteso seguire un canovaccio di un “apparire” fugace. E poi, i soliti “tentativi” di alcune forze politiche di occupare “la scena”. Tutto si può fare, ma non alterare la storia e non è consentito nemmeno ai nuovi egemoni forti nel potere ma non altrettanto nel pensiero e nei ricordi. La nuova Commissione su Moro può essere fruttuosa nella ricerca della verità se riuscirà a far luce sui motivi reali che videro contrapposti i “partiti” della fermezza e della trattativa.
Molti dei protagonisti di allora possono oggi dare un contributo per diradare le tante nebbie che hanno impedito di far chiarezza. E’ una sfida. Ma per questo il Parlamento ha inteso istituire l’ennesima Commissione, altrimenti sarebbe un ennesimo “contributo” a ulteriori, inutili protagonismi.